Interventi di emergenza negli spazi confinati

Confined Space e DPR 117 del 2011: quali sono le buone prassi per la sicurezza?

Il Convegno Nazionale sulle attività negli Spazi confinati, un appuntamento annuale in programma dal 2011, rappresenta l’evento di riferimento per discutere, confrontarsi, aggiornarsi e condividere esperienze a livello nazionale e internazionale per tutti coloro che a vario titolo operano nell’ambito degli spazi confinati.

Cosa è cambiato in tutti questi anni, dall’applicazione del DPR 177/2011, che definiva i cosiddetti Confined Space? Molto poco, purtroppo. Manca ancora oggi un contesto legislativo chiaro, in grado di disciplinare le attività di informazione e formazione volte a far conoscere i fattori di rischio propri delle attività lavorative in ambienti confinati.

Non c’è da stupirsi quindi che ancora oggi ci siano operatori alla ricerca di una definizione puntuale di “ambiente sospetto di inquinamento o confinato” per capire se rientri o meno nel campo di applicazione del DPR 177/2011, in modo da redigere la documentazione necessaria da presentare ai funzionari degli organi di vigilanza, in caso di controlli, senza preoccuparsi di realizzare un’efficace analisi delle attività previste e del contesto operativo in cui si è chiamati a operare.

Un’attenta valutazione della conformazione strutturale di molti luoghi di lavoro (es. serbatoi con passo d’uomo di dimensioni limitate, vasche profonde con difficile accesso, ecc.), permetterebbe invece di individuare eventuali rischi associabili o prevedibili in funzione delle lavorazioni previste che rappresentano fattori di rischio, ben oltre quelli standardizzati e non contestualizzati.

Attingere dall’esperienza di chi si è già trovato a gestire e ad operare in situazioni difficili può infatti aiutare gli addetti ai lavori ad effettuare un’analisi corretta dei rischi, a pianificare interventi efficaci, tenendo conto dei diversi scenari e a identificare un percorso di addestramento opportuno.

Per questo motivo negli anni si è creata e accredita una “comunità di pratica”, ovvero “gruppi di persone che condividono un interesse, dei problemi o una passione per un argomento e che approfondiscono le proprie conoscenze e abilità interagendo ed evolvendo insieme” (Wenger; 1998) attorno ai temi degli spazi confinati.

Si tratta di persone che in maniera spontanea hanno dato vita a una community con l’obiettivo di collaborare, condividere informazioni ed esperienze, promuovere, discutere e confrontarsi sulle diverse tematiche e aspetti che caratterizzano le attività all’interno dei cosiddetti Confined Space.

L’attività di cooperazione, coordinamento e informazione reciproca tra le imprese coinvolte consente anche di verificare che la catena degli appalti e subappalti non porti le aziende o i lavoratori autonomi a eseguire attività per le quali non sono né preparati né attrezzati. La corretta valutazione dei rischi, un addestramento efficace, la possibilità di prevedere l’impiego di attrezzature idonee e di pianificare sia le attività ordinarie sia gli scenari di emergenza, codificando le operazioni da porre in essere per contribuire a ridurre al minimo i rischi, consentono di aumentare il livello di sicurezza che resta il principale obiettivo comune cui tutti gli operatori devono puntare.

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